ISIS

Enrico Pieranunzi featuring Art Farmer

 
Isis cd cover -Pieranunzi

Featured Artists

Enrico Pieranunzi ( Piano )
Massimo Urbani ( Alto Sax )
Furio Di Castri ( Bass )
Roberto Gatto ( Drums )
Art Farmer ( Flugelhorn )

Recorded
Feb 9 to 18, 1980

Release date
Dec 31, 1981

Duration
00:42:36

Record Label
Soul Note

Album Tracks

1 - Isis - (5’04)
2 - Ah Leu Cha [C. Parker] - (5’22)
3 - Love Walked In [G. Gershwin] - (6’48)
4 - Blue ’N’ Boogie [D. Gillespie] - (3’50)
5 - Soul Dance - (5’35)
6 - Nancy [J. Van Heusen] - (5’46)
7 - Au Privave [C. Parker] - (4’16)
8 - Little Moon - (5’55) 

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About ISIS

"Art Farmer's always lyrical, inviting flugelhorn fit nicely into this quartet and quintet setting matching him with an Italian ensemble. They covered standards, such bop anthems as Dizzy Gillespie's "Blue 'N' Boogie" and Charlie Parker "Ah-Leu-Cha," plus Pieranunzi originals "Little Moon" and the title track. Pieranunzi's light, enticing piano phrases made a nice contrast with Farmer's effortless, shimmering solos, while bassist Furio Di Castri and drummer Roberto Gatto handled rhythm details smoothly, and special guest Massimo Urbani chipped in with vigorous alto sax solos on three cuts. A solid, often delightful session."
(source: AllMusic.com, R. Wynn)

Massimo Urbani only on Tracks 1,4, and 5

 

Reviews

ISIS

Volendo porsi alla ricerca di incisioni spesso poco valorizzate, l'attenzione non può non venir catalizzata da Isis, un disco inciso nel 1980 da Enrico Pieranunzi (in copertina irriconoscibile con baffoni ed occhiali!) ed un quintetto/quartetto di spessore indiscutibile: Art Farmer alla tromba, Furio Di Castri al contrabbasso, Roberto Gatto alla batteria e Massimo Urbani al sax alto (in, ahinoi, solo 3 degli otto brani). Un pensiero irrefrenabile va immediatamente al cuore: due musicisti come Massimo Urbani e Art Farmer non ci sono più, la loro mancanza si fa sentire, e molto! Superato l'attimo di commozione e questo doveroso, inevitabile pensiero, l'immergersi nell'ascolto del disco risulta estremamente piacevole e trascinante. L'opera è forse tra le migliori testimonianze del periodo bop di Pieranunzi, così carica di riferimenti al passato, come dimostra la scelta di inserire brani di Parker e Gillespie, depurata da ogni coacervo improvvisativo estremo. L'unico elemento da considerarsi destabilizzante è Urbani che con il suo sax denso di tormenti sembra urlare tutta la propria sofferenza ed il proprio grido di dolore. Il pianismo di Pieranunzi emerge, invece, luminoso e senza orpelli, splendidamente essenziale, teso a perlustrare temi e composizioni che evocano episodi ispirati, quasi a comporre una suite. Intense ed espressive leballads: Nancy, venata d'un lirismo toccante come solo Art Farmer avrebbe potuto immaginare, soffiata sul timing impeccabile della ritmica. Energica e "pastosa" Blue'N'Boogie, in cui le personalità espressive di Urbani e Pieranunzi emergono in tutta la loro vigorosa complessità contrappuntata dal flicorno di Farmer, lì dove il linguaggio strumentale dei solisti s'accosta ad una sintassi estremamente moderna ed innovativa. Isis è stato per Pieranunzi un lavoro intenso dove arte e amore per la musica - e per il pianoforte - hanno conferito gran pregio a quel lungo ed incessante lavoro di ricerca interiore che dura da oltre trent'anni. Immediata è l'attestazione di quanto detto fin dalle prime note del disco: l'impronta che il pianista imprime, in ogni tema, risulta schietta, pieghevole, quasi confidenziale, divenendo nostalgica o poderosa quando il pentagramma, non necessariamente scritto, lo renda necessario. Resta comunque, questo, un lavoro corale, in cui non può non rilevarsi una non comune intesa tra i musicisti, dimostrando una straordinaria maturità nel gestire l'interplay così come un naturale feeling all'interno della band, creando un robusto e solido meccanismo semantico. Tutta questa abilità nell'inventar musica consente di far fluire, come fuoco, il tanto amato bop che alberga nell'anima dei Nostri, amalgamato alle melodie a noi più vicine, da cui scaturiscono, splendidi, fraseggi fluidi tracciati con mano ferma e decisa, magistralmente organizzati, rendendo il disco opera di assoluto interesse e, dunque, se già non ascoltata, da non mancare.

Jazzitalia   Fabrizio Ciccarelli e Franco Giustino